
Biografia
Naoya Takahara nasce a Ehime, in Giappone, nel 1954.
Frequenta la Tama Art University di Tokyo, dove entra in contatto, attraverso Lee Ufan, con il movimento Mono-ha (La scuola delle cose) maturato fine degli anni ’60, la cui ricerca si concentra sul rilevare la pura dimensione estetica degli oggetti considerati nella loro essenziale fisicità.
Dal 1977 lascia il Giappone e viaggia in Europa. In questi anni l’indagine estetica di Takahara si allarga fino ad affrontare, oltre al tema dell’oggetto plastico, quello della pittura e della superficie. Alla fine degli anni ’70 si stabilisce definitivamente in Italia, a Roma.
È la cultura italiana dei primi anni Sessanta a fornirgli i principali punti di riferimento artistici: Giulio Paolini, Piero Manzoni, la cosiddetta scuola di Piazza del Popolo, in particolare le figure di Sergio Lombardo, Maurizio Mochetti, Francesco Lo Savio. Sotto diverse forme di sperimentazione, comunque l’interesse per la materia e per l’“oggetto” in quanto tale, prevale.

Opere
Takahara tende a trasformare in “cose” anche figure geometriche e volumi plastici elementari, attraverso l’ideazione di “concetti plastico concettuali”, (Simonetta Lux) tesa a cogliere il rapporto ambiguo esistente tra immagine e oggetto, tra noi e la realtà. Il rapporto tra realtà e immagine, o realtà e illusione costituisce il nucleo centrale della ricerca di questo artista, che cerca attraverso l’ambiguità del “gioco espressivo” di coinvolgere chi osserva, in una sorta di scambio non solo intellettuale, ma anche poetico ed emozionale.
